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THE OFFLINE

REGISTA / EDUARDO COCCIARDO

Italia. Ai tempi del coronavirus. Matteo Rovere è un ultraquarantenne paranoico ed ipocondriaco che vive in un modesto appartamento in compagnia della vecchia madre, affrontando le sue monotone giornate in modo a dir poco ossessivo. Esce pochissimo, e, quando lo fa, per andare a fare la spesa o a comprare le sigarette, disinfetta più volte ogni singolo oggetto. Non entra in casa se prima non si è tolto le scarpe e quasi del tutto svestito. Non si sfiora nemmeno la faccia senza essersi prima lavato accuratamente le mani, aver disinfettato con dell’alcol denaturato soldi, accendini, chiavi, sigarette…Insomma, in breve tempo la sua vita è diventata un inferno. Per questo suo atteggiamento compulsivo litiga quotidianamente con la madre, trovando un attimo di pace e di respiro solo su internet, dove è in contatto con Ravi, una specie di santone che educa le persone alla prossima fine del mondo civile, Astra, una giovane futura madre con cui ha stretto un tenero rapporto d’amicizia, Salvatore, un anziano ex collega di lavoro da poco in pensione, ed Andrea, un giovane nipote che vive al nord con una madre alcolizzata e sogna di diventare uno scrittore di fantascienza. Ed è proprio in alcuni stralci del suo ultimo manoscritto che Matteo ritroverà una parte di sé, in quel riferimento al pianeta Nettuno, ultimo avamposto del sistema solare, simbolo di solitudine e marginalità, dell’essere irrimediabilmente offline. Un giorno il computer, unico ponte che ancora lo lega all’esterno, si guasta. Arriva in casa un tecnico, Roberto, che, poco dopo la riparazione, viene avvertito dalle autorità sanitarie di doversi mettere immediatamente in isolamento, in seguito alla positività di un suo parente. Il tecnico viene così costretto a restare in casa di Matteo, sfortunatamente coinvolto nella girandola di contatti. Ma le cose prenderanno presto una piega inaspettata. Dopo averlo rinchiuso in uno sgabuzzino, Matteo capirà che non può esimersi dallo stabilire con l’intruso una qualche forma di comunicazione. Entrare in contatto con lo sconosciuto, una sorta di alieno proveniente da un’altra galassia, significherà per lui iniziare un viaggio dentro di sé, alla ricerca di una chiave che possa aprire ciò che ha sempre tenuto nascosto dentro, tornando così sulle tracce di un passato che non ha mai smesso di cercarlo.  

NOTA DI REGIA

The Offline è una commedia drammatica, dal tono romantico-melanconico e vagamente “fantascientifico”. Lo sfondo apocalittico e la difficoltà di entrare realmente in contatto con l’Altro – untore, contagiato, alieno, intruso, sconosciuto – non fa che accentuare questa giocosa contaminazione. Il film si propone così di affrontare con lucido distacco e poetica compartecipazione la deriva relazionale dell’era contemporanea – di cui il Covid 19 non è stato che la punta dell’iceberg. Quando il protagonista Matteo Rovere si ritrova costretto a convivere con un probabile positivo, vede improvvisamente sgretolarsi la sua antica fortezza solitaria, il suo ostinato progetto di vivere una vita ai margini dell’impegno, della condivisione, della costruzione di un qualche futuro. Ora e mai più, Matteo ha l’ultima possibilità di rimettersi in gioco, di accettare un vero confronto con ciò che ha sempre lasciato fuori dalla porta, quell’Altro che finirà così per non avere più nulla di alieno, ma sarà solo un’ipotetica variante di ciò che lui stesso avrebbe potuto essere, se avesse scelto di vivere davvero. Come lui, anche gli altri personaggi sono profondamente soli. Lo sono magari per necessità, per tragica fatalità, per inciampo, più che per una programmatica scelta. E anch’essi sono divisi dall’Altro – Matteo, in questo caso – da una porta simbolica: lo schermo di un computer. Apre l’accesso a mondi lontani, mette in comunicazione anime disabituate alla vera comprensione, stringe promesse e falsi accordi, che non avranno mai nulla di reale, perché, allo stesso tempo, quello schermo è anche una porta chiusa, forse persino più invalicabile di quella dietro la quale Matteo ha rinchiuso Roberto. Anche di là, oltre lo schermo, sul confine che confonde il senso stesso del tempo e della memoria, qualcuno proverà a forzare l’apertura. A sognare una via che porti ad un vero contatto. Qualcosa che riesca a tracimare oltre i limiti del virtuale, in una zona grigia dove essere offline significhi finalmente tornare a vivere. A costruire. Modellare. Ripartire. Rinsavire. Operare nuove scelte. Come quelle che continua ad auspicare il santone Ravi. Un momento della storia in cui una civiltà si appresta a decadere per trasformarsi in qualcos’altro. E tutti non possono fare a meno di scegliere da che parte stare: l’universo naturale, con le sue leggi che ci rendono parte di un infinito tutto, o le strutture sociali, posticce e ormai senza futuro. Con una fotografia solare, che qua e là cederà il passo ad ombre caravaggesche nascoste dietro gli angoli come ferite inguaribili, un ritmo da commedia all’italiana, con puntate nel comico puro e poi, di colpo, nel dramma da camera, nella suspense, nel fantasy romantico o nell’apocalittico, un mix musicale che fonderà temi classici a richiami metropolitani, “The Offline” si propone di raccontare in modo quasi iperrealistico il momento storico che stiamo vivendo, avremo vissuto o  forse ancora vivremo, con un respiro universale senza veri confini, come mai potranno averne le emozioni autentiche, almeno fin quando gli alieni non arriveranno davvero.

THE OFFLINE - IL TRAILER

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